Io e Silvio Berlusconi – Parte Prima

Silvio Berlusconi salutando i suoi parlamentari. Freeze Frame di APTN video.

Un sabato sera Silvio Berlusconi – l’uomo che ha dominato la politica italiana negli ultimi 18 anni – è uscito dalla sua residenza romana di Palazzo Grazioli per recarsi al Quirinale dove risiede il presidente della Repubblica per rassegnare le sue dimissioni da primo ministro. Ha dovuto fare un lungo giro perché le strade erano piene di manifestanti esultanti che gridavano “buffone” al passaggio della sua auto. Sulla piazza antistante al Quirinale una piccola orchestra accompagnava il coro che cantava l’Alleluia di Handel.

Anche mio figlio che ha sedici anni e ha sempre visto Berlusconi dominare la scena politica e mediatica italiana, si è fermato davanti alla sua residenza per prendere parte alle manifestazioni di giubilo.

E’ stato una triste fine politica per Silvio, ma penso che ci riservi ancora delle sorprese e credo che possa risuscitare e sorprenderci di nuovo.

Stranamente, sento di avere un legame con Silvio Berlusconi. Sono arrivata in Italia nel novembre del 1993, completamente presa dalla nuova fase della mia vita, fresca sposa di un italiano, pronta a formare una famiglia e pronta a seguire un nuovo fronte – l’Italia e il Vaticano. Allo stesso tempo l’uomo più ricco d’Italia, il multi milionario e magnate delle Tv, Silvio Berlusconi, decise di entrare in politica. Alcuni mesi dopo il mio arrivo a Roma, nel marzo del 1994, il nuovo partito di Berlusconi, Forza Italia, vinse le elezioni. All’epoca lavoravo per la radio della CBS e quella sera – sentendomi impreparata –trascinai con me mio marito al Jolly Hotel dove Berlusconi stava celebrando la vittoria. Cercando di avvicinarmi, chiesi a mio marito: “Cosa devo chiedergli?” e Gustavo rispose: “Chiedigli se vuole diventare primo ministro.”

In retrospettiva la domanda sembra assurda. Berlusconi è stato il primo ministro che ha governato di più dalla fine della Seconda Guerra mondiale e ha dominato la politica per diciotto anni, quasi quanto Mussolini con i suoi vent’anni di potere. All’epoca molti si chiesero perché un uomo d’affari di successo si fosse lanciato nel caos della politica italiana.

In settimana ho avuto l’opportunità di intervistare molti analisti su Berlusconi. Franco Pavoncello, Presidente della John Cabot University di Roma, è convinto che forse Berlusconi passerà alla storia come l’uomo che ha influenzato i cambiamenti italiani più di Mussolini.Il professor James Walston dell’American University di Roma mi ha detto: “Berlusconi ha eliminato completamente l’idea di conflitto di interessi e ha affermato l’idea che sia accettabile che l’uomo più ricco del Paese, con vasti interessi nel campo dei media, possa detenere il potere politico.” Il regista e produttore Roberto Faenza, che ha girato il documentario “Silvio Forever” mi ha raccontato: “Berlusconi ha inventato una nuova dittatura, la dittatura dei media.”

Quando Silvio Berlusconi è diventato primo ministro, molti erano fiduciosi che potesse cambiare l’Italia. All’epoca era, ed è tutt’ora, uno degli uomini più ricchi d’Italia. Pochi giorni prima delle elezioni del 2001 intervistai un pescatore di Napoli. Mi disse che avrebbe votato Berlusconi perché “Voglio che renda me e l’Italia ricca quanto lui.”

Poco dopo essere stata assunta dall’Associated Press Television, improvvisamente un sabato pomeriggio una delle assistenti di Berlusconi, Miti Simonetto, mi chiamò per dirmi che se in poche ore avessi raggiunto la sua villa fuori Milano, Berlusconi mi avrebbe concesso un’intervista. Mi disse di non portare nessun cameraman perché Berlusconi mi avrebbe messo a disposizione uno dei suoi. Di nuovo mi comportai da ingenua.  Avrei dovuto  insistere e portare uno dei miei colleghi esperti di collegamenti e un cameraman dell’APTN. Ma  le regole erano ferree e io non potevo perdere quel miniscoop. Così saltati sul primo aereo per Milano e corsi ad Arcore,  a Villa San Martino, la famosa residenza di Berlusconi.

Dentro fui colpita letteralmente dall’opulenza. Ricordo un cameriere che mi serviva il caffè in una bellissima tazzina di porcellana cinese, raffinati cucchiaini d’argento e rubinetti d’oro in bagno. Prima dell’intervista il leale assistente di Berlusconi, Paolo Bonaiuti, si sedette con me e volle sapere quali fossero gli argomenti della mia intervista. Berlusconi non lascia nulla al caso. L’intervista venne registrata nel suo studio blu cielo dai suoi due cameraman e lui era pieno di cerone. Gli chiesi se i suoi cameraman potevano fare alcune riprese – campi lunghi, primi piani delle sue mani, lui che parlava a un assistente o che passeggiava per la stanza– per avere del materiale con il quale montare l’intervista. Mi rispose di “no”.Già allora aveva fama di chiacchierone, barzellettiere e bugiardo. Gli chiesi se poteva raccontarmi una delle sue barzellette, di nuovo disse “no”.

Negli Stati Uniti Berlusconi era considerato un self-made man: da pianista sulle navi da crociera a multimilionario. Gli italiani conoscevano bene le sue Tv (Canale 5, Italia 1 e Rete 4), i suoi grandi magazzini di abbigliamento economico (Oviesse, Upim), le sue catene di supermercati (Standa) e la sua squadra di calcio (il Milan). Possiede anche l’impero Mondadori che include giornali, riviste e una casa editrice.

Personalmente, lavorando nel settore della Tv, ho notato l’enorme differenza di efficienza e operatività del personale che lavora nelle tv di Berlusconi rispetto alla lentezza e all’inefficienza burocratica della tv di Stato, la RAI. Negli Stati Uniti erano in molti a pensare che forse era l’uomo giusto per tirare fuori l’Italia dalla stagnazione politica ed economica ed erano disposti a concedergli il beneficio del dubbio.

In Gran Bretagna i sentimenti verso Berlusconi erano più di ostilità. Il 26 luglio 2001, la rivista The Economist mise in copertina una foto di Berlusconi con il titolo “Perché Berlusconi non è adatto a governare.” Berlusconi veniva criticato aspramente per il conflitto di interessi e per la corruzione.

In netto contrasto, quando Berlusconi entrò in politica, la maggior parte degli italiani con cui parlai non sembravano molto preoccupati delle accuse di corruzione contro Berlusconi. Un imprenditore italiano, ora trasferitosi all’estero, una volta mi disse che per lavorare in Italia ogni giorno doveva infrangere un po’ la legge. Mi spiegò che si trattava di pagare la gente sottobanco, di fornitori che non volevano mai rilasciare una ricevuta e di pagare le tangenti per ottenere degli appalti. La corruzione è diffusa a tutti i livelli della società italiana. Una cara amica ha lavorato per vent’anni nel Parlamento italiano come segretaria di un gruppo di onorevoli. Veniva pagata sempre in contanti. Gli onorevoli non volevano pagare né tasse né contributi.

Negli anni ‘90, la prima volta che affittai un appartamento, l’agente immobiliare, un inglese, mi disse: “Vuoi pagare l’affitto in nero, in bianco o in grigio?” Non capivo cosa volesse dire. Mi spiegò che potevo avere un contratto di affitto in bianco (completamente legale) obbligando il proprietario a pagare le tasse, un contratto in grigio (metà legale e metà sottobanco) così il proprietario pagava meno tasse oppure un contratto in nero (tutto sottobanco) e il proprietario non pagava tasse. Ero inorridita.

Negli anni vissuti in Italia, mi ci sono abituata.  Dottori, dentisti, ortodontisti, parrucchieri e meccanici spesso ti fanno il 20% di sconto se non chiedi la ricevuta e paghi in contanti, oppure accettano solo contanti.

Devo dire che sia come imprenditore che come politico Berlusconi è geniale nel far lavorare per lui le zone grigie. Quando era ancora solo un imprenditore, aveva stretti alleati politici, in particolare il leader socialista ed ex primo ministro Bettino Craxi. Spesso gli italiani ricordano l’aprile del 1993 quando Craxi,sotto inchiesta per corruzione lasciò l’Hotel Raphael a Roma. Un folla inferocita gli urlò “ladro, ladro” e gli tirò addosso monetine. Nel 1994, Craxi volò in Tunisia per evitare il processo. Fu condannato in absentia a 27 anni di carcere per corruzione e morì in Tunisia nel 2000.

Sebbene Berlusconi sia stato amico dei politici italiani del passato, ha uno stile diverso. E’ un esperto dei media, un mattatore che sa come rivolgersi direttamente agli italiani attraverso le TV. E’ diventato famoso per le sue barzellette sessiste e razziste. Non fa nulla per nascondere i suoi sforzi di rendersi fisicamente più attraente. Non ha mai negato di avere fatto i trapianti di capelli, blefaroplastica o lifting. Al contrario, scherza sempre sui suoi “lavori di manutenzione” periodici. Fa parte del suo essere uno showman.

Ogni volta che mi sono avvicinata a Berlusconi per ottenere un’intervista o durante una conferenza stampa,  sono sempre rimasta meravigliata di come appare da vicino. La sua pelle è tirata, ricoperta da parecchi strati di cerone e i suoi capelli trapiantati e tinti sembrano incollati sulla sua testa. Ma rimango colpita dalla sua personalità, dal suo incrollabile ottimismo e dalla sua abilità di superare i giornalisti di fronte a lui per rivolgersi direttamente alle telecamere, direttamente agli italiani, in maniera semplice e convincente. Tutto ciò funziona. E’ sempre convinto di essere nel giusto e che troverà un modo per conquistare i suoi obiettivi. E di solito ci riesce, con l’eccezione di questa settimana.

Essendo una giornalista televisiva che segue Berlusconi, devo dire che non c’è mai stato un momento di noia. Negli anni siamo sempre stati occupati con le sue gaffe. Ha irritato la regina Elisabetta gridando forte “Mister Obama” durante la foto di rito a Buckingham Palace. Un’altra volta ha lasciato la cancelliera tedesca Angela Merkel ad attenderlo in piedi sul tappeto rosso vicino al fiume Reno mentre le TV lo riprendevano a chiacchierare al cellulare. Durante una “foto di famiglia” ha fatto le corna dietro la testa del ministro spagnolo dopo un summit nel 2002 a Caceres, Spagna. A un evento seguito da APTN a Roma con un gruppo di giovani ha imitato un handicappato che non può camminare correttamente e a un giovanotto calvo ha detto di fare il trapianto di capelli.

Ci ha dato cibo per la cronaca e cibo da mangiare. Agli eventi organizzati dal governo di Berlusconi, alla stampa è sempre stato offerto un favoloso buffet. Al G8 del 2009, tenutosi all’Aquila, i giornalisti erano virtualmente prigionieri di un’area stampa grande come uno stadio. In un lato c’era una gigantesca tenda sotto la quale i camerieri servivano piatti favolosi della tradizione regionale innaffiati da vini italiani in abbondanza. Berlusconi sa bene che tenere reporter, cameraman e fotografi ben nutriti e dissetati può essere utile.

L’attitudine di Berlusconi alle gaffe e alle barzellette funzionava bene con il presidente americano George W. Bush e i due avevano chiaramente un buon rapporto. Berlusconi era popolare tra l’amministrazione Bush perché aveva cambiato l’orientamento della politica estera italiana dall’essere filo europea e filo araba all’essere filo americana e filo israeliana. Gli Stati Uniti anche apprezzato il considerevole contributo in termini di truppe che l’Italia aveva dato alla guerra in Iraq e in Afghanistan.

Continua.

 

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