Un Brunch Scombussolato

Photo: Creative Commons

Dopo essermi trasferita a Roma, non mi ci è voluto molto per sviluppare un gigantesco complesso di inferiorità culinaria. Cucinare non è il mio forte e ben presto mi sono accorta che ogni volta che preparavo un piatto italiano per una cena con gli amici, sbagliavo inevitabilmente qualcosa (vedi il post L’amatriciana nel frullatore). Gli italiani adorano la cucina italiana e non sono molto avventurosi con i piatti etnici. La parola ‘curry’ potrebbe anche scatenare il panico. Ho sentito di turisti italiani in Tailandia che andavano in cerca di pizzerie e ristoranti italiani invece di provare la squisita cucina tailandese. Ciò detto, a tanti italiani piace l’idea del brunch americano. Così, poco dopo il mio arrivo a Roma, ho deciso di offrire un ricco brunch agli amici di mio marito. Ho preparato tutti i miei pezzi forti – scones fatti in casa con panna e marmellata di fragole con burro a parte, macedonia di frutta fresca, pancake con vero sciroppo d’acero, uova strapazzate con bacon e formaggio, e salmone affumicato con formaggio spalmabile.

Quando sono arrivati i primi ospiti, avevo già messo a tavola gli scones e la macedonia. Mentre si toglievano il cappotto, ho chiesto giuliva chi volesse un caffè. Gianluca, un caro amico di Gustavo ha fatto un sorriso bonario e mi ha detto: “Treeesha, noi beviamo il caffè alla fine del pranzo, non all’inizio.” “D’accordo, allora mangiate la macedonia e gli scones mentre io vado a finire i pancake”, ho risposto affrettandomi a tornare in cucina. Mentre versavo tre mestoli di impasto nella padella, sentivo gli ospiti che chiacchieravano. Mi sono affacciata in soggiorno e ho visto che stavano tutti in piedi a parlare, ma nessuno mangiava. “Prego, cominciate.” A quel punto, qualcuno ha osservato che la frutta viene servita verso la fine di un pasto italiano, prima del caffè. Sono tornata in cucina sperando che almeno i miei pancake avrebbero fatto gola. Poco dopo, Gustavo, rosso in viso, è piombato in cucina e mi ha pregato di lasciar perdere i pancake e preparare prima le uova, poi servire il salmone per secondo, poi i pancake e gli scones, seguiti da frutta e caffè. “Non capisco”, ho detto rigirando un pancake. “Per favore non ti arrabbiare – ha risposto lui – ma agli italiani piace mangiare un primo – diciamo una pasta, ma in questo caso le uova vanno bene, almeno sono salate – poi un secondo a base di carne, e il salmone andrà bene, seguito da un contorno – oggi non ci sono verdure, ma possiamo farne a meno – e poi un dessert, che oggi saranno i pancake e gli scones, poi la frutta, quindi la macedonia, e il caffè alla fine.”

Ho fatto un respiro profondo, ho messo giù la spatola e stavo per ESPLODERE. Gustavo mi ha guardato e mi ha detto: “TI PREGO, cerca di essere culturalmente sensibile, gli italiani non sono abituati ai brunch americani. Per oggi, servi da mangiare in quell’ordine. Per favore!”

E io l’ho fatto.

(Nota: 18 anni e qualche brunch dopo, il mio sistema è mettere tutto in tavola all’inizio, così gli ospiti possono mangiare quello che vogliono nell’ordine che preferiscono. Servo anche del vino con il brunch, mette tutti di buon umore e mi aiuta a superare la mia insensibilità culturale).

Troverete un elenco dei luoghi in cui si serve il brunch a Roma in “Brunch in Rome Roundup.” di Tavole Romane.

 

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