Gran parte delle mamme italiane che conosco sono persone ammirevoli – piene di talento, capaci, creative, gentili e raffinate – ma schiacciate dal peso di una società che non fornisce loro alcun sostegno. L’Italia oggi ha mamme ministre, capitane d’industria e atlete olimpiche. Sono tante le mamme italiane che operano attivamente nel mondo del lavoro nel 2012, ma l’atteggiamento verso il ruolo della donna e dell’uomo nella società sembra fermo agli anni Cinquanta. Nel 2012, le mamme italiane si affannano a fare tutto – lavorare, occuparsi dei figli, essere mogli e mamme perfette (ciò implica misurare la febbre, cuocere la pasta e preoccuparsi costantemente) mentre il marito fa ben poco per aiutarle, e sua madre continua a comprargli calzini e biancheria intima, e a telefonargli diverse volte al giorno per assicurarsi che non abbia preso il raffreddore.
Diciamo che le vecchie abitudini sono dure a morire. Una mia amica di Roma, Tiffany Parks, ha raccontato questa storia.
“Un giorno ho incontrato un’anziana signora italiana che andava alla fermata dell’autobus a Trastevere. Aveva con sé una pesante borsa di tela e mi sono offerta di portargliela. Durante quella camminata che tanto breve non era (sudavo per l’enorme fardello), la signora mi ha rivelato che viveva a Napoli e prendeva il treno una volta al mese per fare il bucato a suo figlio. Sì, veniva a prendere la biancheria sporca del suo figlio quarantenne, la portava a Napoli, la lavava e gliela riportava stirata e piegata. E lui non le dava neanche un passaggio alla stazione! Doveva prendere l’autobus, un’esile signora di ottant’anni! Quando le ho chiesto perché lo faceva, si è illuminata e ha risposto che era una scusa per vedere suo figlio più spesso.” – Blog: Pines of Rome
Dunque, la mamma italiana potrebbe ritrovarsi a fare il bucato a suo figlio ben oltre i quarant’anni… Inoltre da lei ci si aspetta che sappia cucinare paste favolose e si preoccupi costantemente della salute e del benessere dei figli. E mentre cucina e si adopera, deve somigliare a Sophia Loren, avere un seno florido, gambe snelle e capelli perfettamente acconciati. Alle mamme italiane non è dato andare al supermercato con i capelli in disordine e la tuta da ginnastica.
So cosa significa essere mamma in Italia perché nel 1993 ho sposato un italiano, mi sono trasferita a Roma e ho cresciuto qui i miei tre figli. Alla fine ho creato una mia definizione della tipica mamma italiana: Mamma Mozzarella, in contrapposizione con la Mamma Tigre cinese. Lasciate che vi spieghi.
La mozzarella è probabilmente la squisitezza italiana più famosa e rappresentativa. Una volta, una mia amica mamma mi ha spiegato che era preoccupata di crescere i figli come delle mozzarelle.
Tanti americani credono che la mozzarella sia quella macchia gialla e gommosa sulla pizza. Ovviamente quella non conta. La vera mozzarella italiana è soffice, bianca, succulenta, fresca e grande quasi quanto una palla da baseball. E’ squisita. Gli italiani adorano la mozzarella, specialmente nell’insalata caprese.
La fabbricazione della mozzarella è un’operazione laboriosa, in cui gli addetti devono immergere le mani nel latte e manipolare il formaggio come l’impasto del pane, tirare e comprimere, torcere e intrecciare finché non si raggiunge la giusta consistenza. Poi si possono modellare sfere, nodini o trecce.
Se una mamma dice che è preoccupata che i figli crescano come delle mozzarelle, ha in mente creature miti, arrendevoli, pigre, deboli e tremolanti. L’equivalente di quello che in America chiamiamo ‘couch potato’ (lett. ‘patata da divano’). Credo che la mia amica mamma stesse paragonando la forte componente manuale della mozzarella – impastare, torcere, tirare – con l’atteggiamento dei genitori italiani verso i figli: coccolare, imboccare, misurare la febbre… fare il bucato e stirare le camicie. Di certo, il figlio quarantenne dell’anziana signora napoletana che trascina il suo bucato su e giù per la penisola è una grande mozzarella.
Recentemente, alcuni articoli comparsi sul Wall Street Journal hanno cantato le lodi dello stile materno cinese e francese, denigrando la povera mamma americana. Altro grande dibattito hanno suscitato il libro di Amy Chua “Battle Hymn of the Tiger Mother” (Il ruggito della Madre Tigre), e l’articolo di Pamela Druckerman “Perché i genitori francesi sono migliori”. Io invece vorrei descrivere un tipo diverso di atteggiamento, quello della Mamma Mozzarella italiana, con i suoi pro e contro, e che forse aiuta a dimostrare che le mamme e la società americane non sono poi così scombinate.
La scrittrice Amy Chua, nel suo “Battle Hymn of the Tiger Mother”, sostiene che esistono sette differenze fondamentali tra una madre cinese e la ‘tipica madre occidentale che iscrive i figli a troppe attività.’
Qui io vorrei paragonare queste sette punti con il calore, l’affetto e l’indulgenza della Mamma Mozzarella italiana.
Amy Chua: ”la madre cinese è convinta che…
(1) i compiti di scuola vengono prima di tutto.”
In netto contrasto, una Mamma Mozzarella va regolarmente a scuola a lamentarsi con gli insegnanti (dalle elementari al liceo) perché danno troppi compiti a casa alle loro preziose figli.
Amy Chua: ”la madre cinese è convinta che…
(2) un voto inferiore al massimo, sia un brutto voto.”
In netto contrasto, una Mamma Mozzarella compra sempre un regalo ai figli quando questi portano una ‘buona’ pagella. Regali del tipo una bicicletta alle elementari, un iPod o un cellulare alle medie, un motorino al liceo. Ho notato anche che le Mamme Mozzarella tendono ad avere concetti flessibili ‘buono’. La mia amica Adele mi ha raccontato che suo marito e sua suocera hanno fatto i complimenti al figlio per una pagella con la sufficienza in tutte le materie.
Amy Chua: ”la madre cinese è convinta che…
(3) i propri figli debbano essere due anni avanti ai compagni di classe nelle conoscenze di matematica.”
In netto contrasto, non ho mai sentito una Mamma Mozzarella che incitasse suo figlio a fare meglio degli altri in matematica. Ciò detto, ho amiche che hanno passato ore a studiare latino e greco per aiutare i figli con le difficoltà del liceo classico, oppure che hanno studiato Dante insieme a loro. Gli italiani cominciano dalle elementari a studiare artisti come Michelangelo e Caravaggio o compositori come Puccini e Vivaldi. Finiscono il liceo con una comprensione della storia, dell’arte e della musica molto più sofisticata dell’americano medio. Sono decisamente più colti.
Amy Chua: ”la madre cinese è convinta che…
(4) non bisogna mai elogiare i propri figli in pubblico.”
In netto contrasto, mi ha sempre divertito il modo in cui gli italiani, e in particolare le mamme, facciano un mucchio di complimenti ai figli, a cominciare dai neonati. La lingua italiana aiuta, bassa aggiungere ‘issimo’ – quindi se un bambino è bello, gli verrà detto costantemente da sua madre e da tanti altri che è bellissimo, e per ogni piccola conquista, non sarà solo bravo, ma bravissimo. Elogiare i figli in pubblico non è affatto sconveniente, capita spesso di sentire un genitore che dice al suo piccolo: “Bravissimo, amore”. Però una cosa va detta, gli italiani sono davvero affettuosi e teneri con i loro figli.
Amy Chua: ”la madre cinese è convinta che…
(5) se suo figlio non va d’accordo con un insegnante o un allenatore, lei debba prendere le parti dell’insegnante o dell’allenatore.”
In netto contrasto, in Italia accade esattamente il contrario. I genitori se la prendono con insegnanti e allenatori che secondo loro trattano ingiustamente i loro figli. Recentemente sono rimasta colpita da un articolo di giornale (Estate 2011), che raccontava di una coppia che aveva fatto causa a una scuola pubblica per aver bocciato la loro piccola Assunta in prima elementare. Gli insegnanti sostenevano di aver avvisato più volte i genitori, già dai primi mesi, ma questi non avevano voluto prendere in considerazione il fatto che la loro bellissima e bravissima Assunta avesse difficoltà a scuola.
Amy Chua: ”la madre è convinta crede che…
(6) le uniche attività permesse ai figli siano quelle in cui possono vincere una medaglia.”
In netto contrasto, per gli italiani questa non è affatto una priorità. In tutte le attività svolte dai miei figli, ci sono state medaglie per tutti i bravissimi e bellissimi partecipanti.
Amy Chua: ”la madre è convinta che…
(7) quella medaglia debba essere d’oro.”
In netto contrasto, una Mamma Mozzarella sarebbe estasiata se suo figlio vincesse una medaglia d’oro, ma per lei, il figlio merita sempre l’oro. E più importante delle medaglie, è che sia a casa in tempo per la pasta e non gli venga la febbre.
Bravissima!
I love your Mozzarella interpretation of Tiger Moms. But as an American Mozzarella, are you subscribing true to the Mozzarella Mom mentality?
Thanks Erica. I would say as an American Mozzarella Mom, I am generally making a mess, floundering around not being very consistent about anything, and now that 2 out 3 of my kids are teenagers, it is a real catastrophy!
ha proprio ragione cara signora americana, le donne italiane sono ferme agli anni cinquanta. io sono proprio come la fotografia che lei da buona osservatrice ha fatto: donna che lavora, madre e moglie modestamente eccellente!
speriamo che mia figlia di 12 anni faccia passi in più. io rispetto a mia madre ultra devota ne ho fatti. alla prossima e buon fine settimana.
Grazie Giulia per il commento– mi fa piacere quando mi scrivono le mamma italiane, certo che voi sapete meglio di me com’e’ di fare la vera mamma italiana.